By FreeReturn: Informazione & riflessione su economia, finanza e politica in genere.

lunedì 20 luglio 2009

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Pulizie di inizio estate

wallstreet

Un’altra settimana importante se né andata, per l’ennesima volta, al suono della campanella di chiusura a Wall Street c’è stato l’applauso finaleguadagni il 1% o perda il 4%, tutti sono felici e applaudono come stessero osannando la Ia della Carmen all’Arena di Verona…ora ho capito, vedi che a volte scrivere un post non è inutile: applaudono perché, comunque sia andata la seduta, hanno raggiunto il loro scopoprenderci i sudati risparmi avendoci dato l’illusione del guadagno senza far sudare la fronte, ma, trattasi di illusione effimera e utopistica!!!). della (non ho mai capito perché, sia che la borsa

Come al solito mi perdo nei miei discorsi, riavvolgo il nastro e riprendo da dove ho lasciato: anche questa settimana è stata importante perché sono uscite diverse trimestrali (o le semestrali), e, come da copione, ci sono stati miglioramenti in doppia cifra percentuale, e solo qualche lieve peggioramento rispetto alle stime degli analisti, ma, comunque, positive pure queste; poi, per non dare troppo nell’occhio, alcune aziende hanno dato dati pessimi, ma erano dati attesi dagli analisti, si aspettavano che succedesse, e, si è cercato di mimetizzare con tutte le soluzioni possibili il diffondersi delle informazioni per mantenere l’ottimismo alle stelle!!! …ma, come vedremo, non sono tutte rose e fiori, anzi, il meccanismo è stato oliato a dovere, ora, pensano di fare l’ultima messa a punto e poi, tra qualche mese (ottobre per la precisione), diranno candidamente che si è rotto irreparabilmente e che qualche minimo danno collaterale deve per forza di cose esserci…dimenticando di dire che il danno collaterale sono i nostri solidi, il nostro posto di lavoro, la nostra casa, etc.!!!

Ci risiamo, altra uscita dal binario, vedo di impegnarmi seriamente fino alla fine, parlavo di settimana positiva, trimestrali da percentuale in doppia cifra, mercati in fibrillazione, boom dell’economia USA, aziende con dividendi mai dati prima, aziende che hanno imparato a gestire i loro patrimoni, quindi, c’è da dire che la crisi è finita, che il peggio è alle spalle, che anni di crescita abbiamo davanti a noi!!! …nulla di più sbagliato, anzi, il brutto della peggior crisi deve ancora presentare il suo conto; fino ad ora abbiamo solo assistito ad uno scambio di posizione (o debiti) tra aziende e stato e addirittura, qualche scambio di favori tra stato e stato, ma nessuna manovra efficace allo stop della crisi, solo un semplice bastone tra le ruote per il rallentamento della stessa, dell’inevitabile che verrà e che sostengo da molti mesi ormai!!!

Da questo punto cambio modalità di stesura, passo al domanda e risposta (con qualche serio problema visto che in entrambe i casi l’autore è lo stesso, cioè io!!!).

Me se molte trimestrali sono positive, chi sei tu per affermare che l’economia non si è rimessa in moto e non stia migliorando? lo vedono tutti che ora ci sono meno problemi, sei il solito catastrofista di turno!!!

E’ vero, molte trimestrali sono positive, ma, lo sono perché gli amministratori delle varie società si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato in modo chirurgico sui costi aziendali, ma, con effetti alquanto dubbiosi: non derivano da lavoro di innovazione o miglioramenti dei cicli produttivi, tanto meno da una richiesta di beni dal mercato, ma solo ed esclusivamente da lavoro di cesellatura sui costi.

Il fatto che hanno tagliato i costi non è positivo? non è un miglioramento che porterà benefici andando avanti nel tempo?

Certo, il taglio dei costi dovrebbe essere positivo, ma, dipende dal tipo di taglio che si è attuato, e ,in questo caso, guardando alcuni bilanci (non mi sono messo a guardarli tutti, ci vorrebbe una marea di tempo che non ho!), si vede chiaramente che sono stati tagliati molti costi fissi, poco o nulla dei variabili, per non parlare poi di costo marginale o costo medio (riguardo questi ultimi non è il momento di approfondire).

Non possono rifare questo taglio anche in futuro, chi lo vieta o che problemi comporta?

L’operazione di taglio non è ripetibile ogni volta che si desideri farlo, serve una banale spiegazione sulla differenza tra costi fissi e costi variabili per comprendere il perché non sia ripetibile all’infinito.

Ok, allora, cosa sono i costi fissi e quelli variabili?

Sono costi fissi quelli che non variano al variare della produzione:

  • le spese per i locali (magazzini, stabilimenti, uffici);
  • le spese per la manutenzione e l’ammortamento degli impianti e dei macchinari;

i costi varabili, invece, variano al variare della produzione, cioè tutti gli altri costi in particolare:

  • le spese per l’acquisto delle materie prime;
  • le spese per la forza motrice (l’energia);
  • le spese per gli operai;

Le spese per gli operai sono costi variabili solo in parte (dovrebbero essere tali, ma non lo sono e né capiremo più avanti il motivo), perché, se la produzione diminuisce, non è possibile né opportuno per ragioni politico-sociali licenziare dei lavoratori o ridurre il loro salario, quindi, sono costi fissi secondo la nuova teoria economica post-subprimeana dove le motivazioni politico-sociali vanno a farsi benedire!!!

Quindi?

Quindi, si può comprendere benissimo che tagliare i costi fissi è una manovra che non può essere ripetuta all’infinito:

  • un azienda, può smettere l’utilizzo di un locale (o attività) che prima utilizzava per produrre (e dare lavoro), ma, non ne ha in quantità illimitata a disposizione;
  • può ridurre l’area destinata ad una produzione o all’ufficio (leggasi ridurre gli operai), vedi punto sopra;
  • può ridurre la manutenzione dei macchinari, ma non può mantenere l’efficienza alta degli stessi che prima o poi possono avere guasti o malfunzionamenti dovuti all’usura;
  • un’azienda può allungare l’ammortamento di un bene o estinguerlo totalmente non acquistano beni e quindi evitare la voce ammortamenti per tempi migliori (per un approfondimento sugli ammortamenti, senza provocare ulteriore stress, consiglio, a chi interessato la spiegazione su Wikipedia);
  • un azienda che si trova in fase di ridimensionamento non è un’azienda che cresce, si sviluppa e assuma forza lavoro; è un’azienda più propensa (per motivi di forza maggiore) al taglio dei posti lavoro (altre persone che vanno ad ingrassare le già nutrite fila dei disoccupati).

Ecco perché è un operazione da considerare straordinaria ed in misura eccezionale ed irripetibile nel lungo periodo, ecco perché i bilanci sono diventati positivi in così breve tempo, ecco perché non accertano la fine della crisi, ecco perché bisogna attendere ottobre per vedere lo stato reale della salute delle aziende…

Bene, ma perché non possiamo essere ottimisti sulla ripresa?

Beh! la risposta non è difficile, se non si è capito sopra il motivo, è che c’è in atto una spirale recessiva difficile se non impossibile da invertire, proviamo ad usare un semplice esempio: costruiamo un percorso utilizzando in fila, uno ad uno, miliardi di pezzi del domino, costruendo passaggi difficili e azioni particolari che cadendo devono compiere: è logico che pensare che per posizionarli impiegheremmo moltissimo tempo e che si possa commettere qualche errore nel percorso, o che dato il via al primo pezzo tutto possa andare liscio fino ad un certo punto e poi qualcosa non funziona come dovrebbe; bene, trasportiamo l’esempio allo stato attuale delle cose, ed ecco che ogni tassello è una persona, un’azienda, un mercato, un bene, etc., quindi, basta che un pezzettino del domino non faccia il suo dovere per vedere andare in fumo il lavoro fatto per raggiungere l’obiettivo prefissato, come pure logico che, se tutto dovesse andare liscio come l’olio ci vorrebbe del tempo perché tutti i pezzettini completassero la caduta del percorso, ecco perché non può essere considerato concluso il ciclo della crisi, non può essere iniziata solo un anno fa ed aver esaurito la sua energia in così poco tempo, e poi, è una legge dell’economia quella che prevede il consolidamento dei dati di un esercizio dopo aver analizzato quelli in possesso precedentemente, altrimenti si chiamerebbe Budget o bilancio previsionale (ma creato da previsioni, non da dati consolidati!!!).

Quindi gli sforzi fatti fino ad ora non sono serviti a nulla?

Certo che no, sono serviti, purtroppo, come ho sempre sostenuto, stanno solo ritardando l’inevitabile, e, salvo l’estrazione del coniglio dal cilindro con qualcosa di concreto o con la presa di coscienza del cambiamento che deve avvenire per forza, non vedo possibili miglioramenti negli anni a venire: il meccanismo si è inceppato da qualche parte, serve un cambiamento radicale, serve un’economia e/o finanza 2.1 (non 2.0 perché è questa fase di cambiamento in atto che ci ostiniamo a non voler capire).

Ci sarebbe moltissimo da scrivere ancora, riguardo ad il pensiero di un operatore di borsa “pessimista” ed un più noto banchiere italiano, ancor più pessimista dell’operatore, riguardo a dei titoli di stato americani falsi per un valore uguale ai fondi stanziati dal TARP per la crisi arrivati pure in Italia, riguardo alla morosità dei mutui e carte di credito in USA in forte crescita, riguardo al licenziamento di altre 1000 persone (sul totale di 9000) da parte di Harley davidson (azienda che produce beni di non primaria necessità e di cui si può fare a meno), riguardo all’aumento del 17,84% delle riserve cinesi in dollari nell’ultimo anno, riguardo le perdite di 339,8 milioni di dollari della MGCI Investment, società assicurativa sui mutui per le abitazioni, riguardo all’emorragia di case pignorate in USA a chi non riesce più a pagare…forse lo farò prossimamente (non prometto nulla, purtroppo, sono molto indaffarato con problemi personali in questo periodo e non ho mantenuto un paio di promesse fatte e mi vergogno per questo: non rientra nel mio modo di essere promettere e poi non mantenere, quindi,mi scuso pubblicamente con Danx di Italia senza valori e Kaishe di Mandi per la mia mancanza dovuta a causa di forza maggiore).

Concludo con una frase che ho sentito alcuni giorni fa e spiega perfettamente lo stato attuale sul “perché” della crisi:

...Non si può sostenere una crescita illimitata e continua con risorse e materie prime limitate e sempre più difficili da reperire...

Riflettiamo su quest’ultima frase, forse è l’unica spiegazione logica attuale: loro (politici, economisti, finanzieri) recitano la loro parte (come da copione), noi, viviamo la quotidianità della vita reale: a noi la scelta…pillola blu o pillola rossa


Questa marea di parole è di 1722 parole, 8961 caratteri, 8 paragrafi, 7 domande più 7 risposte, 2 elenchi puntati e 4,50 ore di stesura compresa la “coreografia in multicolor del post” (più queste 2 righe).

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mercoledì 15 luglio 2009

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Il sole splende sempre in finanza

philips_logo

Non sono nella condizione migliore per scrivere un post articolato, però, avevo promesso un articolo su twitter per non scioperare e scorrendo le oltre 450 notizie che mi arrivano via Feed RSS (non sono pazzo, non le leggo tutte, le scorro, vedo quelle che mi interessano, le spunto ci dò un’occhiata sommaria per poi approfondire quelle che meritano attenzione, comunque è un passatempo che richiede almeno 35-40 minuti al giorno!!!) ho letto una notizia che utilizzerò come trampolino di lancio per il prossimo capolavoro informativo (l’ho detto, sono stanco e oggi è stata una giornata difficile che ha richiesto molto impegno da parte mia e di altri, quindi posso permettermi di pensare di essere un artista o un giornalista da premio Pulitzeranche se non sono nemmeno l’ombra di nessuna delle due figure!!!) che dedicherò alle semestrali (o IIe trimestrali) USA; però posso permettermi un piccolo anticipo…un assaggio veloce-veloce:

  • nulla di nuovo sotto il sole, tutto come da copione, l’economia è tornata a “pompare” come prima…più di prima…come allor…(nota canzone di non ricordo di chi la cantava…), c’era da aspettarsi che tutto fosse in ordine!!!;
  • ricordate la gara tra banche per restituire i fondi prestati dal TARP? ora sono così in salute da permettersi pure i bonus agli amministratori (vedi AIG…dal fallimento annunciato ai milioni di bonus regalati ai personaggi co-autori della peggior crisi di tutti i tempi!!!) dopo essersi gonfiate le tasche emettendo corporate bond anche sulla vecchia trisnonna ormai sepolta da quarant’anni!!!;
  • che dire poi del petrolio? catapultato a 72$ al barile qualche giorno fa, e poi, come se nulla fosse, piombato così in depressione da stabilizzarsi a 59$ !!! misteri dell’alta finanza…o del prezzo della benzina per far cassa con le accise!!!;
  • i dati della disoccupazione di maggio e le previsioni per i prossimi 2 anni? …siete i soliti comunisti, nessuno morirà di fame anche se il debito pubblico paragonato a Varenne sta’ stracciando tutti i record giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo…no!!!non ci saranno più questi politici con mani e tasche bucate: se a Grillo permettono di candidarsi per il posto di segretario del “fu” PD (pensionati decrepiti…e ammuffiti aggiungo!!!), una volta spazzato via il bagnante dei lidi ferraresi”, qualche mese dopo sarà la volta del politico tascabile ed il resto dei mangia pane a tradimento facendociao ciao con la manina saluteranno tutti in un batter d’occhio…per sperare in un futuro targato Italia;
  • concludo con la “quasi” bomba…il deficit USA ha superato i 1.100 miliardi di dollari (una bazzecola)…e la California come sta’ messa? !, per uscire dalla crisi defaultiana, Terminator ne ha pensata una delle sue: legalizzare la marijuana…«è arrivato il momento d'esaminare la questione» avrebbe detto lo sterminatore di esseri umani (nel film ovviamente).

E intanto la giostra gira e fa girare la testa…ma:

La nota compagnia olandese Philips, leader nei servizi dell’elettronica, non sta vivendo il suo momento migliore dal punto di vista finanziario: il secondo trimestre della società ha infatti fatto registrare utili per 45 milioni di euro, in calo del 94% rispetto a un anno fa.
Le cose non sono andate meglio nemmeno per il volume d’affari (-19%), con un calo netto pari a 5,23 miliardi di euro.
Il direttore generale Gerard Kleisterlee si è mostrato prudente e pronto a prendere nuove misure di riduzione dei costi (alias taglio dei costi fissi che significa taglio del personale…).

Ma la crisi è finita e stranamente le aziende dalle trimestrali stratosferiche hanno tagliato molti costi fissi per sistemare i loro bilanci sbilenchi o sbilanci…ati …ma questa è un’altra storia…o nel prossimo post dovrò parlare del Grande Fratello che durerà ben 5 mesi!!! non vedo l’ora di seguirlo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per anestetizzarmi il cervello e credere che la crisi non esista!!!

Quest’inno all’ottimismo è di 677 parole, 3518 caratteri, 4 paragrafi, 1 elenco puntato e 2,10 ore di stesura compresa la “coreografia in multicolor del post” (più queste 2 righe).

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martedì 14 luglio 2009

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Un passo avanti, 25 indietro

tg1-rai

Ieri sera durante l’ora di cena, casualmente mi sono imbattuto sul TG1 di mamma “voglio i soldi del canone” RAI, ed ascoltando distrattamente le solite notizie “passate alla messa in onda” dalla censura (degna del tipico staterello sudamericano o centrafricano) la mia attenzione è stata richiamata da una news in anteprima mondiale!!!

A quel punto mi sono detto: «non può essere! la RAI che trasmette un’anteprima mondiale! non ci posso credere!!!», poi, mi sono svegliato dal sogno ad occhi aperti e ho realizzato la competenza e la capacità d’informazione tipica dei telegiornali italiani impegnati a trovare qualsiasi argomento di distrazione di massa possibile pur di non parlare di cose serie (ad esempio l’ennesima rivolta con scontri in Grecia o i 165 morti in Cina o l’ennesimo morto per l’influenza suina o…basta! mi fermo qui, di altro voglio parlare oggi!!!).

Ebbene sì, al TG1 hanno scoperto l’esistenza di twitter…e né vanno orgogliosi del loro servizietto da 4 soldi bucati dove né esaltano le possibilità dimenticando di dire che in Italia, grazie ad altre aziende al servizio dei cittadini (i carrier TIM, Vodafone, 3G, Wind), il cinguettio è un servizio zoppo che non riesce a spiccare il volo proprio per l’ostruzione delle suddette che agiscono in maniera poco furba e per mancanza di lungimiranza sugli sviluppi possibili che tale piattaforma social network può avere (ad esempio, in USA ed Inghilterra è possibile utilizzare twitter con il cellulare e sta andando incontro ad una crescita incredibile impattando sulle persone in modo più incisivo dello stesso facebook, proprio perché si possono mandare i “messaggini” in qualsiasi momento da qualsiasi luogo come un semplice SMS, con l’unica limitazione di 140 caratteri!!!).

Purtroppo oggi, proprio per la limitatezza imposta, twitter non riesce a spiccare il volo come dovrebbe, io stesso ho aperto l’account solo un mese fa pur conoscendone l’esistenza da più di un anno ed averlo utilizzato in modo anonimo da tale data; è la mancanza di possibile utilizzo nella sua funzione primaria, cioè l'impossibilità di comunicare via SMS (e ricevere comunicazione) con i vari amici o qualsiasi altra persona che decida di followare il nostro “cinguettio” (e noi il loro dal momento in cui decidiamo di followingare il loro) che mi ha fatto essere titubante in questo tempo, dal momento però, in cui uno dei noti carrier deciderà di permettere l’invio attraverso il cellulare non esiterò un istante dal cambiare fornitore di servizio telefonico!!! …chi ha la lungimiranza di capire questo sposterà migliaia di utenti verso il loro nome (o marchio) con i dovuti incrementi di introiti che ne deriveranno…ma riusciranno a capirlo a breve o dovremo aspettare ancora che il vecchiaccio di turno che amministra riesca ad uscire dai soliti canoni ultra passati della old economy in perfetto stile anni ‘70…gli anni in cui qualcuno di loro (A.D. IBM) “diceva che i PC sarebbero sempre stati giganti e solo per un uso industriale”…quelli sì erano dei geni incompresi e né sapevano una in più del diavolo!!!

Non mi va di fare l’ennesimo post in rete dove si parla di twitter e se né esaltano le caratteristiche, preferisco riportare la spiegazione presa in prestito da wikipedia con l’aggiunta di un video trovato su youtube per rendere l’idea di cosa sia e come funziona l’uccellino sul rametto in questione:

Twitter è un servizio di social network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere effettuati tramite il sito stesso, via SMS, con programmi di messaggistica istantaneaa, e-maill, oppure tramite varie applicazioni basate sulle API di Twitter. Twitter è stato creato nel marzo 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco.

Gli aggiornamenti sono mostrati istantaneamente nella pagina di profilo dell'utente e comunicati agli utenti che si sono registrati per riceverli. È anche possibile limitare la visibilità dei propri messaggi oppure renderli visibili a chiunque.

Il nome "Twitter", corrispondente sonoro della parola tweeter, deriva dal verbo inglese to tweet che significa "cinguettare". Tweet è anche il termine tecnico degli aggiornamenti del servizio.

Dimenticavo!!! se avete un twitter (o avete intenzione di aprire l’account) comunicatemi con un commento su questo post il vostro indirizzo (che solitamente è del tipo “http://twitter.com/nomecheavetescelto”), diventerò un vostro following, ed in attesa che si possa cominciare a cinguettare via SMS per utilizzare completamente il servizio, almeno avremo modo di conoscerci un po’ meglio!!!

Concludo con l’argomento sciopero: avevo intenzione di scioperare pure io, ma ritengo che sia preferibile far sentire la propria voce di blogger proprio oggi: lo sciopero è un sistema di protesta vecchio, che ben si sposa con gli attuali politici o amministratori delegati di carrier telefonici rimasti ancorati al loro sogno di mondo utopistico, dove i cittadini sono una parte marginale delle loro “visioni” futuristiche sul loro mondo perfetto…io, invece, voglio diventare uno dei loro incubi peggiori

Twitterlinkografia: sono sparsi qua e la per il post; basta puntare il cursore del mouse per vedere apparire la scritta che spiega dove portano.

Questa twitterata è di 863 parole, 4631 caratteri, 10 paragrafi, 1 video e 2,35 ore di stesura compresa la “coreografia in multicolor del post” (più queste 2 righe).

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giovedì 9 luglio 2009

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Promesse non mantenute

Berlisconi-GeldofAnche se in molti ne hanno già scritto e parlato, ripropongo integralmente il contenuto dell’incontro tra due personaggi appartenenti a due mondi totalmente diversi, perché leggendo i “botta e risposta” tra i due, si capisce perfettamente che Bob tratta senza riguardo Silvio non solo per la promessa non mantenuta, ma perché si capisce che il suo atteggiamento è guidato da una motivazione che va oltre a quella economica, si intuisce che gli sta’ veramente a cuore il destino delle popolazioni africane e non per cercare di mettere in cattiva luce “Tizio” o “Caio” per permettere a qualcuno di strumentalizzare le sue parole in modo politico a favore o contro questo o quel personaggio o per un po’ di gossip!; lo scambio di “bordate” va semplicemente letto e compreso con il cuore dimenticando ogni collegamento possibile con la politica, anzi, dimentichiamoci totalmente dell’esistenza della politica per qualche minuto!!!

LaStampa il 5 luglio, ha pubblicato il resoconto integrale dell’incontro tra il Presidente del Consiglio Berlusconi e la rock star Bob Geldof (in veste di Direttore onorario del giornale per un giorno), che ripropongo volentieri, perché oltre ad essere una notizia umanitaria alla quale dedico moltissima importanza, mette in evidenza gli impegni che il nostro Paese non ha mantenuto (e non mi interessa minimamente se Berlusconi fa una figuraccia immonda e si inventa tutte le scuse possibili per sembrare senza macchia e peccato...non riporto per “sputtanare l'uomo di Governo”, in questo momento non voglio fare politica nel modo più assoluto!!!), l’unico scopo è che l'argomento trattato dovrebbe sensibilizzare tutti noi italiani su un tema così delicato come la fame nel mondo”, in particolare l'Africa, e di come il cantante non si fa incantare, anzi, ribatte frase su frase, parola su parola, mettendo in difficoltà Mr. President, che ora, non ha più scuse: non ha fatto promesse agli italiani, le ha fatte ad uno che italiano non è (quindi di Berlusconi o chichessia non gli può fregà dé meno!), uno che non "molla l'osso" (a ragione!), uno che ha "potere per la causa a cui ha dedicato anima e corpo negli ultimi 30 anni (era il 1985 quando ha organizzato il Live Aid for Africa, e, chi ha assistito alla kermesse di tutti i “giganti” della musica mondiale, non può che avere dei brividi lungo la schiena leggendo ora queste righe!!!); le scuse stanno a zero, ora servono i fatti e Geldof li pretende, pena la gogna mondiale e lo sputtanamento eterno (e avrebbe ancor più ragione nel farlo!!!) per il nostro popolo!!!

C'è gente che muore di fame ogni giorno in Africa, e noi ci preoccupiamo perché non abbiamo l'ultimo iPhone o “quella camicia alla moda” ...quanto è meschino l'essere umano!!! ...io compreso, inteso, non mi sottraggo dall'appartenenza a questa specie, la mia parte l'ho fatta e continuo a farla tutt'ora, anche se, in cuor mio ho sempre cercato di rendere un po’ partecipe della mia “agiatezza occidentale” chi è meno fortunato con delle donazioni (ho fatto anche adozione a distanza con diversi bambini per una “misera” come le vecchie 100.000 lire o gli attuali 100€, e non sono né mai morto di fame, né ho mai rinunciato a qualcosa per la mancanza di quei soldi...insignificanti per me, non sicuramente per chi li ha utilizzati per sfamarsi o curarsi!!!), se poi i soldi non sono arrivati a destinazione “perdendosi” da qualche parte per strada, questo non dipende dalla mia persona, ma dalle scelte di altri...(e spero che l'avidità dell'essere umano non arrivi a tanto!!!).

Noi occidentali, dovremmo, come dice Geldof, fare un esame di coscienza e considerare quelli meno fortunati di noi come dei fratelli lontani che hanno bisogno del nostro aiuto, della nostra umanità...del nostro coraggio, e purtroppo, del nostro vil denaro (perché abbiamo dato un valore ed un prezzo a qualsiasi cosa, anche alla vita umana!), ma, sempre di un aiuto si tratta, ed oggi, come cittadino, mi vergogno della mia Nazione, mi vergogno di essere italiano, mi vergogno per le persone che dovrebbero vergognarsi loro per non aver mantenuto una promessa che in qualità di esseri umani (e non centra una mazza la politica) con molti poteri e possibilità dovrebbero prodigarsi all'impossibile per salvare anche solo la vita di un fratello meno fortunato!
Interessanti, nonché pungenti, sono le osservazioni che Geldof fa alla fine dell'intervista, ma, leggiamo tutto, dopo, saremo persone migliori e vedremo le cose con una prospettiva diversa, con una luce diversa, con un'anima diversa, con un cuore diverso...

Berlusconi incalzato da Geldof ammette i ritardi nei pagamenti: «E' la crisi, rimedierò!». «Signor presidente, tutti hanno lo stesso problema!»

Silvio Berlusconi e Bob Geldof si incontrano nel cortile di Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio è tormentato dal torcicollo, ma mantiene la promessa di rispondere alle critiche che la rock star famosa per il suo impegno per l’Africa gli ha fatto pubblicamente.

Geldof, appena arrivato da Londra, sta ripassando le domande e i dati sugli aiuti italiani all’Africa. Si ritrovano un attimo dopo nello studio del presidente del Consiglio. Si siedono al centro, uno accanto all’altro; le loro squadre sono su due divani contrapposti – i consiglieri di One, la Ong per l’Africa, da un lato; e gli uomini della Farnesina e di Palazzo Chigi dall’altro, tra cui Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.
Quello che segue è il resoconto di un’intervista non convenzionale, uno scambio che a tratti è sembrato quasi un incontro di pugilato. Ho temuto un paio di volte che Berlusconi prima, Geldof poi, si alzassero abbandonando la sala, ma alla fine ce l’abbiamo fatta ad arrivare fino in fondo e lo scontro è stato leale.

Geldof: «Signor presidente, vado subito alla sostanza. Lei è lo statista di più lungo corso del G8. Nel 2001, a Genova, avete creato il Fondo Globale per l’Hiv/Aids, rendendo disponibile una terapia salva vita gratuita per 3 milioni di persone in Africa. Quindi ha partecipato al vertice di Gleneagles, dove vi eravate impegnati ad investire in aiuti lo 0,51% del Prodotto Interno Lordo entro il 2010, e lo 0,7% entro il 2015: l’Italia, al momento, ha mantenuto solo il 3% di questa promessa. Dalle speranze di Genova siamo passati alla delusione di Gleneagles: non sente il peso di questa responsabilità?».

Berlusconi comincia a leggere da un appunto: «Lei ha ragione, c’è un ritardo nei pagamenti. Noi, però, siamo stati via dal governo per due anni e mezzo. Quando siamo tornati, abbiamo trovato un debito del 110% rispetto al Pil. Ora, a causa della crisi economica, questo debito è salito al 120% e l’Unione Europea non ci permette di restare a questi livelli. Nel fare la legge finanziaria, il Parlamento ha deciso di limitare le spese. Ci è dispiaciuto ridurre anche gli aiuti all’Africa, e su questo abbiamo aperto un dibattito. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti si è impegnato a tornare in linea con i nostri impegni entro tre anni».

Geldof si innervosisce: «Il G8 è in programma fra tre giorni, non tre anni: come presidente di questo vertice, cosa si impegna a fare?».

Berlusconi: «Guardi, quanto è accaduto è il contrario di ciò che sto facendo personalmente: quest’anno ho finanziato un orfanotrofio in Thailandia e un ospedale per bambini in Brasile. Comprendo la sua preoccupazione e apprezzo molto il lavoro che fa per i più poveri, ma abbiamo avuto ostacoli oggettivi». Berlusconi dà la parola al consigliere diplomatico di Tremonti, che comincia a spiegare: «Abbiamo iniziato a ripianare i ritardi nei pagamenti verso la Banca Mondiale e le altre organizzazioni finanziarie internazionali. Entro il 2010 raggiungeremo la quota dello 0,33% del Pil destinato agli aiuti, e arriveremo allo 0,51% nel 2015».

Geldof lo interrompe: «Mi scusi, sono consapevole di questo. Grazie per la spiegazione». E si rivolge al presidente del Consiglio: «Non ci credo. Per riuscire a realizzare questo piano dovreste fare un lavoro incredibile. E poi non abbiamo più bisogno di piani: ora servono azioni. Sono stufo dei piani, bisogna agire. Dobbiamo avere più aiuti pubblici allo sviluppo. Quando tagliate gli aiuti, levate il cibo dalla bocca dei bambini affamati; togliete letteralmente gli aghi dalle vene dei malati. Perché dobbiamo comportarci così? L’Africa è il secondo mercato emergente del mondo, dopo la Cina. Ha più paesi democratici e meno guerre dell’Asia. Qui stiamo parlando di pochi spiccioli: perché è così difficile reperire i fondi per aiutarla? La cancelliera tedesca Merkel, il premier britannico Brown, persino il presidente francese Sarkozy ha aumentato gli aiuti, ma l’Italia li ha ridotti di 400 milioni. Le economie di tutti i paesi sono un disastro, ma tutti mantengono le promesse che hanno fatto ai poveri. Meno l’Italia. Come può guidare il G8? Dov’è la sua credibilità? E’ una questione umana, non tattica. Siamo stanchi di vedere la gente che muore di fame!».

Berlusconi fa un cenno di assenso, si capisce che è stato colpito dall’immagine dei bambini affamati.

Geldof aggiunge: «Le parlo come uomo d’affari. Ho visto l’accordo concluso con Gheddafi, tutto business e concretezza: perché non estendere questo atteggiamento all’intero continente? Guiderà il G8 verso una percezione diversa dell’Africa?».

Berlusconi: «Sì, sì. Io sono anche il leader che ha più esperienza, e non solo su questo tema. Gli altri sono dei bambini, confronto a me. Su questo punto, però, ho dovuto seguire le posizioni del mio ministro per l’Economia. Ha una forte personalità e ritiene che come prima cosa si debbano rispettare gli obblighi con le istituzioni europee e quelle finanziarie internazionali. Però ha promesso che torneremo in linea con gli impegni presi per gli aiuti allo sviluppo entro tre anni. Vede, lei vive questo problema con intensità emotiva: i soldi sono cibo, e io apprezzo molto il suo lavoro. Ne ho parlato con Tremonti - dice Berlusconi scherzando -, ci ho pure litigato: mi ha presentato le dimissioni un mare di volte. Io però le ho respinte, perché non ho un altro ministro a disposizione. Sul tavolo del G8 ci saranno cinque o sei problemi di grande importanza: l’Africa sarà uno di questi. Dopo, nella finanziaria, vedrò di cambiare il piano per il rientro».

Geldof scuote la testa. Mostra a Berlusconi i documenti che il premier aveva approvato al G8 di Gleneagles: «Qui c’è la firma di un paese e l’onore di un uomo».

Berlusconi li legge e ammette: «Mi dispiace, abbiamo commesso un errore».

Geldof allora riprende: «Una ragione per cui la crisi in cui ci troviamo è così grave sta proprio nel fatto che abbiamo lasciato il 50% della popolazione mondiale fuori dal nostro sistema. Come puoi vivere con meno di due dollari al giorno? E se guadagni così poco, come puoi comprare i nostri prodotti? L’Africa è un mercato più grande dell’India, del Brasile, della Russia o del Messico: non crede che dovremmo includerla? Se i cittadini africani possono comprare i nostri prodotti, ci sarebbero più posti di lavoro anche in Italia».

Berlusconi stringe i pugni: «Lei ha ragione: quando si assume un impegno, bisogna mantenerlo. Noi siamo in ritardo, e questo ritardo dobbiamo colmarlo. Mi dispiace di non aver mantenuto le promesse, ci siamo fatti prendere da tutte le cose che ci sono cadute addosso. La crisi, il terremoto. Abbiamo anche una situazione di forte contrasto con l’opposizione, giudici che ci attaccano...».

Geldof lo blocca ancora: «Ma questa, signor presidente, non è una discussione sui media o il sistema giudiziario: stiamo parlando di gente povera che non ha difese». A quel punto, per cercare di abbassare i toni, interviene Gianni Letta, che interrompe!

Letta
: «Ha sentito: il nostro presidente ha espresso la volontà di cercare una soluzione».

Geldof: «D’accordo, ma il G8 è fra tre giorni. Il presidente americano Obama ha detto che vuole affrontare l’emergenza dei paesi poveri: possiamo decidere qualcosa di concreto?»

Berlusconi: «Ho avuto un ottimo incontro col presidente Obama, mi ha fatto una grande impressione. Ha detto che vuole creare un fondo per la sicurezza alimentare: lui ha promesso di stanziare un miliardo di dollari per i prossimi quattro anni, e ora chiede che gli altri sette paesi del G8 mettano un altro miliardo. Io darò una risposta positiva».

Geldof: «Saranno nuovi soldi, oppure verranno dagli aiuti che avreste dovuto finanziare già in passato?».

Berlusconi
: «Nuovi fondi, sì. Vede che faccio sul serio? Io prima di incontrarla ho letto le cose che lei ha scritto, i rimproveri per gli impegni non rispettati, eppure non mi sono sottratto a questa intervista. L’ho fatto perché apprezzo il suo sforzo. Siamo nel torto assoluto e voglio impegnarmi con una persona come lei, che spende la sua vita in questa bellissima missione. Va bene? Cercheremo di non deluderla».

Geldof:
«Signor presidente, lasciamo perdere l’intervista con “La Stampa”, parliamo francamente tra noi: cosa farà di concreto?».

Di nuovo Letta interviene: «Il nostro presidente raccoglierà i suoi suggerimenti ed elaborerà una risposta nei prossimi giorni».

Geldof:
«E’ una questione di credibilità. Credibilità politica. Lei rischia di diventare il “Signor 3%”, quello che mantiene solo il 3% delle sue promesse. Cosa farà di concreto all’Aquila?».

Berlusconi
non capisce cosa significhi «Mister 3%», resta interdetto. Il suo assistente Valentino Valentini, che è seduto tra loro e traduce, gli spiega l’accusa di Geldof.

Allora Berlusconi si fa più serio e scandisce le parole: «Io come imprenditore non ho mai mancato ad una promessa, e con gli elettori mi sto comportando nello stesso modo. In questo caso c’è stata una impossibilità di bilancio che non è dipesa da me. Se avessimo dato i soldi in questa direzione avremmo avuto delle penalità terribili dall’Europa. Siamo stati nell’impossibilità di adempiere agli impegni, impossibilitati a spendere. Adesso dobbiamo trovare un modo per chiudere altre spese e spostare i soldi nella direzione degli aiuti. Abbiamo forse la possibilità di farlo, ma sono tutti tagli molto dolorosi».

Geldof:
«Ma questo sarebbe un investimento».

Berlusconi
: «Sì, ne sono sicuro. Ho letto l’ultima relazione dell’Onu secondo cui nei prossimi 15 anni ci saranno due miliardi di persone in più al mondo, che nasceranno nei paesi esclusi dal benessere. Ci rimettiamo tutti, se non facciamo in modo che la libertà, la democrazia e quindi il benessere si diffondano. Ma ad un certo momento non abbiamo avuto la possibilità materiale di farlo, perché l’Europa che ci minacciava delle penalità...».

Geldof
: «Non rimproveri Bruxelles, presidente: Bruxelles è più lontana da Roma dell’Africa. Io sono stato a Lampedusa: se volete fermare la tragedia dell’immigrazione clandestina, dovete aiutare i paesi di provenienza a creare condizioni di vita migliori e aiutare a svilupparsi le loro economie. Signor presidente, quando i ricchi diventano meno ricchi, i poveri diventano ancora più poveri».

Berlusconi: «Certo: più quelle persone diventano povere, più diventano disperate. So bene che aiutarle non è solo un dovere, ma anche un nostro interesse».

Geldof
: «Vuol dire che a L’Aquila farà qualcosa?».

Berlusconi: «Prenderò la guida. Insieme ad Obama agiremo, ne sono assolutamente convinto. Vedremo di farlo».

A scanso di equivoci, ripeto che non mi interessa minimamente sparare a zero sulla figura che il Presidente del Consiglio ha fatto cercando 1.000 scuse per giustificarsi (il mio atteggiamento sarebbe stato lo stesso con qualsiasi altro politico, fa parte del loro DNA essere così), non si tratta di “affaire” politico o gossip, non si tratta solo dell'onore dei cittadini italiani: qui si tratta di vite umane, si tratta di persone che non sanno se domani vedranno un nuovo giorno, si tratta dei nostri fratelli e sorelle meno fortunati, si tratta di dare tutti un po' con un sacrificio insussistente per noi, si tratta di diventare tutti più esseri umani e meno bestie di quello che, a fatti reali, oggi siamo!!!

…si tratta del nostro dovere…

Link: LaStampa.it; IlMessaggero.it; ReutersItalia.

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