Un’altra settimana importante se né andata, per l’ennesima volta, al suono della campanella di chiusura a Wall Street c’è stato l’applauso finaleguadagni il 1% o perda il 4%, tutti sono felici e applaudono come stessero osannando la Ia della Carmen all’Arena di Verona…ora ho capito, vedi che a volte scrivere un post non è inutile: applaudono perché, comunque sia andata la seduta, hanno raggiunto il loro scopo…prenderci i sudati risparmi avendoci dato l’illusione del guadagno senza far sudare la fronte, ma, trattasi di illusione effimera e utopistica!!!). della (non ho mai capito perché, sia che la borsa
Come al solito mi perdo nei miei discorsi, riavvolgo il nastro e riprendo da dove ho lasciato: anche questa settimana è stata importante perché sono uscite diverse trimestrali (o le semestrali), e, come da copione, ci sono stati miglioramenti in doppia cifra percentuale, e “solo” qualche lieve peggioramento rispetto alle stime degli analisti, ma, comunque, positive pure queste; poi, per non dare troppo nell’occhio, alcune aziende hanno dato dati pessimi, ma erano dati attesi dagli analisti, si aspettavano che succedesse, e, si è cercato di “mimetizzare” con tutte le soluzioni possibili il diffondersi delle informazioni per mantenere l’ottimismo alle stelle!!! …ma, come vedremo, non sono tutte rose e fiori, anzi, il meccanismo è stato oliato a dovere, ora, pensano di fare l’ultima messa a punto e poi, tra qualche mese (ottobre per la precisione), diranno candidamente che si è rotto irreparabilmente e che qualche minimo danno collaterale deve per forza di cose esserci…dimenticando di dire che il “danno collaterale” sono i nostri solidi, il nostro posto di lavoro, la nostra casa, etc.!!!
Ci risiamo, altra uscita dal binario, vedo di impegnarmi seriamente fino alla fine, parlavo di settimana positiva, trimestrali da percentuale in doppia cifra, mercati in fibrillazione, boom dell’economia USA, aziende con dividendi mai dati prima, aziende che “hanno imparato” a gestire i loro patrimoni, quindi, c’è da dire che la crisi è finita, che il peggio è alle spalle, che anni di crescita abbiamo davanti a noi!!! …nulla di più sbagliato, anzi, il brutto della peggior crisi deve ancora presentare il suo conto; fino ad ora abbiamo solo assistito ad uno scambio di posizione (o debiti) tra aziende e stato e addirittura, qualche scambio di favori tra stato e stato, ma nessuna manovra efficace allo stop della crisi, solo un semplice “bastone tra le ruote” per il rallentamento della stessa, dell’inevitabile che verrà e che sostengo da molti mesi ormai!!!
Da questo punto cambio modalità di stesura, passo al domanda e risposta (con qualche serio problema visto che in entrambe i casi l’autore è lo stesso, cioè io!!!).
Me se molte trimestrali sono positive, chi sei tu per affermare che l’economia non si è rimessa in moto e non stia migliorando? lo vedono tutti che ora ci sono meno problemi, sei il solito catastrofista di turno!!!
E’ vero, molte trimestrali sono positive, ma, lo sono perché gli amministratori delle varie società si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato in modo chirurgico sui costi aziendali, ma, con effetti alquanto dubbiosi: non derivano da lavoro di innovazione o miglioramenti dei cicli produttivi, tanto meno da una richiesta di beni dal mercato, ma solo ed esclusivamente da “lavoro di cesellatura” sui costi.
Il fatto che hanno tagliato i costi non è positivo? non è un miglioramento che porterà benefici andando avanti nel tempo?
Certo, il taglio dei costi “dovrebbe” essere positivo, ma, dipende dal tipo di taglio che si è attuato, e ,in questo caso, guardando alcuni bilanci (non mi sono messo a guardarli tutti, ci vorrebbe una marea di tempo che non ho!), si vede chiaramente che sono stati tagliati molti costi fissi, poco o nulla dei variabili, per non parlare poi di costo marginale o costo medio (riguardo questi ultimi non è il momento di approfondire).
Non possono rifare questo taglio anche in futuro, chi lo vieta o che problemi comporta?
L’operazione di taglio non è ripetibile ogni volta che si desideri farlo, serve una banale spiegazione sulla differenza tra costi fissi e costi variabili per comprendere il perché non sia ripetibile all’infinito.
Ok, allora, cosa sono i costi fissi e quelli variabili?
Sono costi fissi quelli che non variano al variare della produzione:
- le spese per i locali (magazzini, stabilimenti, uffici);
- le spese per la manutenzione e l’ammortamento degli impianti e dei macchinari;
i costi varabili, invece, variano al variare della produzione, cioè tutti gli altri costi in particolare:
- le spese per l’acquisto delle materie prime;
- le spese per la forza motrice (l’energia);
- le spese per gli operai;
Le spese per gli operai sono costi variabili solo in parte (dovrebbero essere tali, ma non lo sono e né capiremo più avanti il motivo), perché, se la produzione diminuisce, non è possibile né opportuno per ragioni politico-sociali licenziare dei lavoratori o ridurre il loro salario, quindi, sono costi fissi secondo la nuova teoria economica post-subprimeana dove le motivazioni politico-sociali vanno a farsi benedire!!!
Quindi?
Quindi, si può comprendere benissimo che tagliare i costi fissi è una manovra che non può essere ripetuta all’infinito:
- un azienda, può smettere l’utilizzo di un locale (o attività) che prima utilizzava per produrre (e dare lavoro), ma, non ne ha in quantità illimitata a disposizione;
- può ridurre l’area destinata ad una produzione o all’ufficio (leggasi ridurre gli operai), vedi punto sopra;
- può ridurre la manutenzione dei macchinari, ma non può mantenere l’efficienza alta degli stessi che prima o poi possono avere guasti o malfunzionamenti dovuti all’usura;
- un’azienda può allungare l’ammortamento di un bene o estinguerlo totalmente non acquistano beni e quindi evitare la voce ammortamenti per tempi migliori (per un approfondimento sugli ammortamenti, senza provocare ulteriore stress, consiglio, a chi interessato la spiegazione su Wikipedia);
- un azienda che si trova in fase di ridimensionamento non è un’azienda che cresce, si sviluppa e assuma forza lavoro; è un’azienda più propensa (per motivi di forza maggiore) al taglio dei posti lavoro (altre persone che vanno ad ingrassare le già nutrite fila dei disoccupati).
Ecco perché è un operazione da considerare straordinaria ed in misura eccezionale ed irripetibile nel lungo periodo, ecco perché i bilanci sono diventati positivi in così breve tempo, ecco perché non accertano la fine della crisi, ecco perché bisogna attendere ottobre per vedere lo stato reale della salute delle aziende…
Bene, ma perché non possiamo essere ottimisti sulla ripresa?
Beh! la risposta non è difficile, se non si è capito sopra il motivo, è che c’è in atto una spirale recessiva difficile se non impossibile da invertire, proviamo ad usare un semplice esempio: costruiamo un percorso utilizzando in fila, uno ad uno, miliardi di pezzi del domino, costruendo passaggi difficili e azioni particolari che cadendo devono compiere: è logico che pensare che per posizionarli impiegheremmo moltissimo tempo e che si possa commettere qualche errore nel percorso, o che dato il via al primo pezzo tutto possa andare liscio fino ad un certo punto e poi qualcosa non funziona come dovrebbe; bene, trasportiamo l’esempio allo stato attuale delle cose, ed ecco che ogni tassello è una persona, un’azienda, un mercato, un bene, etc., quindi, basta che un “pezzettino del domino” non faccia il suo dovere per vedere andare in fumo il lavoro fatto per raggiungere l’obiettivo prefissato, come pure logico che, se tutto dovesse andare “liscio come l’olio” ci vorrebbe del tempo perché tutti i pezzettini completassero la caduta del percorso, ecco perché non può essere considerato concluso il ciclo della crisi, non può essere iniziata “solo” un anno fa ed aver esaurito la sua energia in così poco tempo, e poi, è una legge dell’economia quella che prevede il consolidamento dei dati di un esercizio dopo aver analizzato quelli in possesso precedentemente, altrimenti si chiamerebbe Budget o bilancio previsionale (ma creato da previsioni, non da dati consolidati!!!).
Quindi gli sforzi fatti fino ad ora non sono serviti a nulla?
Certo che no, sono serviti, purtroppo, come ho sempre sostenuto, stanno solo ritardando l’inevitabile, e, salvo l’estrazione del “coniglio dal cilindro” con qualcosa di concreto o con la presa di coscienza del cambiamento che deve avvenire per forza, non vedo possibili miglioramenti negli anni a venire: il meccanismo si è inceppato da qualche parte, serve un cambiamento radicale, serve un’economia e/o finanza 2.1 (non 2.0 perché è questa fase di cambiamento in atto che ci ostiniamo a non voler capire).
Ci sarebbe moltissimo da scrivere ancora, riguardo ad il pensiero di un operatore di borsa “pessimista” ed un più noto banchiere italiano, ancor più pessimista dell’operatore, riguardo a dei titoli di stato americani falsi per un valore uguale ai fondi stanziati dal TARP per la crisi arrivati pure in Italia, riguardo alla morosità dei mutui e carte di credito in USA in forte crescita, riguardo al licenziamento di altre 1000 persone (sul totale di 9000) da parte di Harley davidson (azienda che produce beni di non primaria necessità e di cui si può fare a meno), riguardo all’aumento del 17,84% delle riserve cinesi in dollari nell’ultimo anno, riguardo le perdite di 339,8 milioni di dollari della MGCI Investment, società assicurativa sui mutui per le abitazioni, riguardo all’emorragia di case pignorate in USA a chi non riesce più a pagare…forse lo farò prossimamente (non prometto nulla, purtroppo, sono molto indaffarato con problemi personali in questo periodo e non ho mantenuto un paio di promesse fatte e mi vergogno per questo: non rientra nel mio modo di essere promettere e poi non mantenere, quindi,mi scuso pubblicamente con Danx di Italia senza valori e Kaishe di Mandi per la mia mancanza dovuta a causa di forza maggiore).
Concludo con una frase che ho sentito alcuni giorni fa e spiega perfettamente lo stato attuale sul “perché” della crisi:
Riflettiamo su quest’ultima frase, forse è l’unica spiegazione logica attuale: loro (politici, economisti, finanzieri) recitano la loro parte (come da copione), noi, viviamo la quotidianità della vita reale: a noi la scelta…pillola blu o pillola rossa…