By FreeReturn: Informazione & riflessione su economia, finanza e politica in genere.

giovedì 9 luglio 2009

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Promesse non mantenute

Berlisconi-GeldofAnche se in molti ne hanno già scritto e parlato, ripropongo integralmente il contenuto dell’incontro tra due personaggi appartenenti a due mondi totalmente diversi, perché leggendo i “botta e risposta” tra i due, si capisce perfettamente che Bob tratta senza riguardo Silvio non solo per la promessa non mantenuta, ma perché si capisce che il suo atteggiamento è guidato da una motivazione che va oltre a quella economica, si intuisce che gli sta’ veramente a cuore il destino delle popolazioni africane e non per cercare di mettere in cattiva luce “Tizio” o “Caio” per permettere a qualcuno di strumentalizzare le sue parole in modo politico a favore o contro questo o quel personaggio o per un po’ di gossip!; lo scambio di “bordate” va semplicemente letto e compreso con il cuore dimenticando ogni collegamento possibile con la politica, anzi, dimentichiamoci totalmente dell’esistenza della politica per qualche minuto!!!

LaStampa il 5 luglio, ha pubblicato il resoconto integrale dell’incontro tra il Presidente del Consiglio Berlusconi e la rock star Bob Geldof (in veste di Direttore onorario del giornale per un giorno), che ripropongo volentieri, perché oltre ad essere una notizia umanitaria alla quale dedico moltissima importanza, mette in evidenza gli impegni che il nostro Paese non ha mantenuto (e non mi interessa minimamente se Berlusconi fa una figuraccia immonda e si inventa tutte le scuse possibili per sembrare senza macchia e peccato...non riporto per “sputtanare l'uomo di Governo”, in questo momento non voglio fare politica nel modo più assoluto!!!), l’unico scopo è che l'argomento trattato dovrebbe sensibilizzare tutti noi italiani su un tema così delicato come la fame nel mondo”, in particolare l'Africa, e di come il cantante non si fa incantare, anzi, ribatte frase su frase, parola su parola, mettendo in difficoltà Mr. President, che ora, non ha più scuse: non ha fatto promesse agli italiani, le ha fatte ad uno che italiano non è (quindi di Berlusconi o chichessia non gli può fregà dé meno!), uno che non "molla l'osso" (a ragione!), uno che ha "potere per la causa a cui ha dedicato anima e corpo negli ultimi 30 anni (era il 1985 quando ha organizzato il Live Aid for Africa, e, chi ha assistito alla kermesse di tutti i “giganti” della musica mondiale, non può che avere dei brividi lungo la schiena leggendo ora queste righe!!!); le scuse stanno a zero, ora servono i fatti e Geldof li pretende, pena la gogna mondiale e lo sputtanamento eterno (e avrebbe ancor più ragione nel farlo!!!) per il nostro popolo!!!

C'è gente che muore di fame ogni giorno in Africa, e noi ci preoccupiamo perché non abbiamo l'ultimo iPhone o “quella camicia alla moda” ...quanto è meschino l'essere umano!!! ...io compreso, inteso, non mi sottraggo dall'appartenenza a questa specie, la mia parte l'ho fatta e continuo a farla tutt'ora, anche se, in cuor mio ho sempre cercato di rendere un po’ partecipe della mia “agiatezza occidentale” chi è meno fortunato con delle donazioni (ho fatto anche adozione a distanza con diversi bambini per una “misera” come le vecchie 100.000 lire o gli attuali 100€, e non sono né mai morto di fame, né ho mai rinunciato a qualcosa per la mancanza di quei soldi...insignificanti per me, non sicuramente per chi li ha utilizzati per sfamarsi o curarsi!!!), se poi i soldi non sono arrivati a destinazione “perdendosi” da qualche parte per strada, questo non dipende dalla mia persona, ma dalle scelte di altri...(e spero che l'avidità dell'essere umano non arrivi a tanto!!!).

Noi occidentali, dovremmo, come dice Geldof, fare un esame di coscienza e considerare quelli meno fortunati di noi come dei fratelli lontani che hanno bisogno del nostro aiuto, della nostra umanità...del nostro coraggio, e purtroppo, del nostro vil denaro (perché abbiamo dato un valore ed un prezzo a qualsiasi cosa, anche alla vita umana!), ma, sempre di un aiuto si tratta, ed oggi, come cittadino, mi vergogno della mia Nazione, mi vergogno di essere italiano, mi vergogno per le persone che dovrebbero vergognarsi loro per non aver mantenuto una promessa che in qualità di esseri umani (e non centra una mazza la politica) con molti poteri e possibilità dovrebbero prodigarsi all'impossibile per salvare anche solo la vita di un fratello meno fortunato!
Interessanti, nonché pungenti, sono le osservazioni che Geldof fa alla fine dell'intervista, ma, leggiamo tutto, dopo, saremo persone migliori e vedremo le cose con una prospettiva diversa, con una luce diversa, con un'anima diversa, con un cuore diverso...

Berlusconi incalzato da Geldof ammette i ritardi nei pagamenti: «E' la crisi, rimedierò!». «Signor presidente, tutti hanno lo stesso problema!»

Silvio Berlusconi e Bob Geldof si incontrano nel cortile di Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio è tormentato dal torcicollo, ma mantiene la promessa di rispondere alle critiche che la rock star famosa per il suo impegno per l’Africa gli ha fatto pubblicamente.

Geldof, appena arrivato da Londra, sta ripassando le domande e i dati sugli aiuti italiani all’Africa. Si ritrovano un attimo dopo nello studio del presidente del Consiglio. Si siedono al centro, uno accanto all’altro; le loro squadre sono su due divani contrapposti – i consiglieri di One, la Ong per l’Africa, da un lato; e gli uomini della Farnesina e di Palazzo Chigi dall’altro, tra cui Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.
Quello che segue è il resoconto di un’intervista non convenzionale, uno scambio che a tratti è sembrato quasi un incontro di pugilato. Ho temuto un paio di volte che Berlusconi prima, Geldof poi, si alzassero abbandonando la sala, ma alla fine ce l’abbiamo fatta ad arrivare fino in fondo e lo scontro è stato leale.

Geldof: «Signor presidente, vado subito alla sostanza. Lei è lo statista di più lungo corso del G8. Nel 2001, a Genova, avete creato il Fondo Globale per l’Hiv/Aids, rendendo disponibile una terapia salva vita gratuita per 3 milioni di persone in Africa. Quindi ha partecipato al vertice di Gleneagles, dove vi eravate impegnati ad investire in aiuti lo 0,51% del Prodotto Interno Lordo entro il 2010, e lo 0,7% entro il 2015: l’Italia, al momento, ha mantenuto solo il 3% di questa promessa. Dalle speranze di Genova siamo passati alla delusione di Gleneagles: non sente il peso di questa responsabilità?».

Berlusconi comincia a leggere da un appunto: «Lei ha ragione, c’è un ritardo nei pagamenti. Noi, però, siamo stati via dal governo per due anni e mezzo. Quando siamo tornati, abbiamo trovato un debito del 110% rispetto al Pil. Ora, a causa della crisi economica, questo debito è salito al 120% e l’Unione Europea non ci permette di restare a questi livelli. Nel fare la legge finanziaria, il Parlamento ha deciso di limitare le spese. Ci è dispiaciuto ridurre anche gli aiuti all’Africa, e su questo abbiamo aperto un dibattito. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti si è impegnato a tornare in linea con i nostri impegni entro tre anni».

Geldof si innervosisce: «Il G8 è in programma fra tre giorni, non tre anni: come presidente di questo vertice, cosa si impegna a fare?».

Berlusconi: «Guardi, quanto è accaduto è il contrario di ciò che sto facendo personalmente: quest’anno ho finanziato un orfanotrofio in Thailandia e un ospedale per bambini in Brasile. Comprendo la sua preoccupazione e apprezzo molto il lavoro che fa per i più poveri, ma abbiamo avuto ostacoli oggettivi». Berlusconi dà la parola al consigliere diplomatico di Tremonti, che comincia a spiegare: «Abbiamo iniziato a ripianare i ritardi nei pagamenti verso la Banca Mondiale e le altre organizzazioni finanziarie internazionali. Entro il 2010 raggiungeremo la quota dello 0,33% del Pil destinato agli aiuti, e arriveremo allo 0,51% nel 2015».

Geldof lo interrompe: «Mi scusi, sono consapevole di questo. Grazie per la spiegazione». E si rivolge al presidente del Consiglio: «Non ci credo. Per riuscire a realizzare questo piano dovreste fare un lavoro incredibile. E poi non abbiamo più bisogno di piani: ora servono azioni. Sono stufo dei piani, bisogna agire. Dobbiamo avere più aiuti pubblici allo sviluppo. Quando tagliate gli aiuti, levate il cibo dalla bocca dei bambini affamati; togliete letteralmente gli aghi dalle vene dei malati. Perché dobbiamo comportarci così? L’Africa è il secondo mercato emergente del mondo, dopo la Cina. Ha più paesi democratici e meno guerre dell’Asia. Qui stiamo parlando di pochi spiccioli: perché è così difficile reperire i fondi per aiutarla? La cancelliera tedesca Merkel, il premier britannico Brown, persino il presidente francese Sarkozy ha aumentato gli aiuti, ma l’Italia li ha ridotti di 400 milioni. Le economie di tutti i paesi sono un disastro, ma tutti mantengono le promesse che hanno fatto ai poveri. Meno l’Italia. Come può guidare il G8? Dov’è la sua credibilità? E’ una questione umana, non tattica. Siamo stanchi di vedere la gente che muore di fame!».

Berlusconi fa un cenno di assenso, si capisce che è stato colpito dall’immagine dei bambini affamati.

Geldof aggiunge: «Le parlo come uomo d’affari. Ho visto l’accordo concluso con Gheddafi, tutto business e concretezza: perché non estendere questo atteggiamento all’intero continente? Guiderà il G8 verso una percezione diversa dell’Africa?».

Berlusconi: «Sì, sì. Io sono anche il leader che ha più esperienza, e non solo su questo tema. Gli altri sono dei bambini, confronto a me. Su questo punto, però, ho dovuto seguire le posizioni del mio ministro per l’Economia. Ha una forte personalità e ritiene che come prima cosa si debbano rispettare gli obblighi con le istituzioni europee e quelle finanziarie internazionali. Però ha promesso che torneremo in linea con gli impegni presi per gli aiuti allo sviluppo entro tre anni. Vede, lei vive questo problema con intensità emotiva: i soldi sono cibo, e io apprezzo molto il suo lavoro. Ne ho parlato con Tremonti - dice Berlusconi scherzando -, ci ho pure litigato: mi ha presentato le dimissioni un mare di volte. Io però le ho respinte, perché non ho un altro ministro a disposizione. Sul tavolo del G8 ci saranno cinque o sei problemi di grande importanza: l’Africa sarà uno di questi. Dopo, nella finanziaria, vedrò di cambiare il piano per il rientro».

Geldof scuote la testa. Mostra a Berlusconi i documenti che il premier aveva approvato al G8 di Gleneagles: «Qui c’è la firma di un paese e l’onore di un uomo».

Berlusconi li legge e ammette: «Mi dispiace, abbiamo commesso un errore».

Geldof allora riprende: «Una ragione per cui la crisi in cui ci troviamo è così grave sta proprio nel fatto che abbiamo lasciato il 50% della popolazione mondiale fuori dal nostro sistema. Come puoi vivere con meno di due dollari al giorno? E se guadagni così poco, come puoi comprare i nostri prodotti? L’Africa è un mercato più grande dell’India, del Brasile, della Russia o del Messico: non crede che dovremmo includerla? Se i cittadini africani possono comprare i nostri prodotti, ci sarebbero più posti di lavoro anche in Italia».

Berlusconi stringe i pugni: «Lei ha ragione: quando si assume un impegno, bisogna mantenerlo. Noi siamo in ritardo, e questo ritardo dobbiamo colmarlo. Mi dispiace di non aver mantenuto le promesse, ci siamo fatti prendere da tutte le cose che ci sono cadute addosso. La crisi, il terremoto. Abbiamo anche una situazione di forte contrasto con l’opposizione, giudici che ci attaccano...».

Geldof lo blocca ancora: «Ma questa, signor presidente, non è una discussione sui media o il sistema giudiziario: stiamo parlando di gente povera che non ha difese». A quel punto, per cercare di abbassare i toni, interviene Gianni Letta, che interrompe!

Letta
: «Ha sentito: il nostro presidente ha espresso la volontà di cercare una soluzione».

Geldof: «D’accordo, ma il G8 è fra tre giorni. Il presidente americano Obama ha detto che vuole affrontare l’emergenza dei paesi poveri: possiamo decidere qualcosa di concreto?»

Berlusconi: «Ho avuto un ottimo incontro col presidente Obama, mi ha fatto una grande impressione. Ha detto che vuole creare un fondo per la sicurezza alimentare: lui ha promesso di stanziare un miliardo di dollari per i prossimi quattro anni, e ora chiede che gli altri sette paesi del G8 mettano un altro miliardo. Io darò una risposta positiva».

Geldof: «Saranno nuovi soldi, oppure verranno dagli aiuti che avreste dovuto finanziare già in passato?».

Berlusconi
: «Nuovi fondi, sì. Vede che faccio sul serio? Io prima di incontrarla ho letto le cose che lei ha scritto, i rimproveri per gli impegni non rispettati, eppure non mi sono sottratto a questa intervista. L’ho fatto perché apprezzo il suo sforzo. Siamo nel torto assoluto e voglio impegnarmi con una persona come lei, che spende la sua vita in questa bellissima missione. Va bene? Cercheremo di non deluderla».

Geldof:
«Signor presidente, lasciamo perdere l’intervista con “La Stampa”, parliamo francamente tra noi: cosa farà di concreto?».

Di nuovo Letta interviene: «Il nostro presidente raccoglierà i suoi suggerimenti ed elaborerà una risposta nei prossimi giorni».

Geldof:
«E’ una questione di credibilità. Credibilità politica. Lei rischia di diventare il “Signor 3%”, quello che mantiene solo il 3% delle sue promesse. Cosa farà di concreto all’Aquila?».

Berlusconi
non capisce cosa significhi «Mister 3%», resta interdetto. Il suo assistente Valentino Valentini, che è seduto tra loro e traduce, gli spiega l’accusa di Geldof.

Allora Berlusconi si fa più serio e scandisce le parole: «Io come imprenditore non ho mai mancato ad una promessa, e con gli elettori mi sto comportando nello stesso modo. In questo caso c’è stata una impossibilità di bilancio che non è dipesa da me. Se avessimo dato i soldi in questa direzione avremmo avuto delle penalità terribili dall’Europa. Siamo stati nell’impossibilità di adempiere agli impegni, impossibilitati a spendere. Adesso dobbiamo trovare un modo per chiudere altre spese e spostare i soldi nella direzione degli aiuti. Abbiamo forse la possibilità di farlo, ma sono tutti tagli molto dolorosi».

Geldof:
«Ma questo sarebbe un investimento».

Berlusconi
: «Sì, ne sono sicuro. Ho letto l’ultima relazione dell’Onu secondo cui nei prossimi 15 anni ci saranno due miliardi di persone in più al mondo, che nasceranno nei paesi esclusi dal benessere. Ci rimettiamo tutti, se non facciamo in modo che la libertà, la democrazia e quindi il benessere si diffondano. Ma ad un certo momento non abbiamo avuto la possibilità materiale di farlo, perché l’Europa che ci minacciava delle penalità...».

Geldof
: «Non rimproveri Bruxelles, presidente: Bruxelles è più lontana da Roma dell’Africa. Io sono stato a Lampedusa: se volete fermare la tragedia dell’immigrazione clandestina, dovete aiutare i paesi di provenienza a creare condizioni di vita migliori e aiutare a svilupparsi le loro economie. Signor presidente, quando i ricchi diventano meno ricchi, i poveri diventano ancora più poveri».

Berlusconi: «Certo: più quelle persone diventano povere, più diventano disperate. So bene che aiutarle non è solo un dovere, ma anche un nostro interesse».

Geldof
: «Vuol dire che a L’Aquila farà qualcosa?».

Berlusconi: «Prenderò la guida. Insieme ad Obama agiremo, ne sono assolutamente convinto. Vedremo di farlo».

A scanso di equivoci, ripeto che non mi interessa minimamente sparare a zero sulla figura che il Presidente del Consiglio ha fatto cercando 1.000 scuse per giustificarsi (il mio atteggiamento sarebbe stato lo stesso con qualsiasi altro politico, fa parte del loro DNA essere così), non si tratta di “affaire” politico o gossip, non si tratta solo dell'onore dei cittadini italiani: qui si tratta di vite umane, si tratta di persone che non sanno se domani vedranno un nuovo giorno, si tratta dei nostri fratelli e sorelle meno fortunati, si tratta di dare tutti un po' con un sacrificio insussistente per noi, si tratta di diventare tutti più esseri umani e meno bestie di quello che, a fatti reali, oggi siamo!!!

…si tratta del nostro dovere…

Link: LaStampa.it; IlMessaggero.it; ReutersItalia.

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  • Kaishe

    Buongiorno.
    Avevo già letto l'intervista ma me la sono riletta comunque.
    Certo è difficile non sottostare alla tentazione di sbertucciare il solito coro di scuse che spaziano dal governo Prodi ai giudici, passando adirittura per Tremonti...
    Quello che rimane è la convinzione (speriamo di essere smentita) che al G8 si faranno nuove promesse che rimaranno per buona parte disattese.
    E comunque, quale credibilità "umana" ha chi emette leggi a dir poco xenofobe contro le stesse persone che dovrebbe aiutare ad elevare le proprie condizioni di vita.

  • Danx

    Ciao!
    Perchè un giorno non parli, oltrechè del gruppo Bildeberg (membri fissi + politici invitati), del fatto che i giornali parlano della politica nostrana, ma non parlano mai delle conseguenze delle decisioni prese dai finanzieri e imprenditori vari?
    Alla fine sfogliare un giornale è come leggere di gossip politico: battibeccano su leggi, certo a volte spiegano anche le leggi, però non si fanno mai collegamenti e non si parla mai delle società quotate in borsa se non per dire: investi qua o investi la. Cioè, di ciò che fanno ste aziende non si sa nulla!

  • Mr.Nessuno

    @ Kaishe, @ Danx - risponderò ai vostri commenti entro i prossimi giorni (attualmente sono impegnato con alcune faccende delicate che meritano tutta la mia attenzione) in un modo diverso da quello consono dei blogger (nulla di particolare, ma diverso!) perché entrambi i commenti meritano un'attenzione particolare...rimanete in ascolto, se non è domani notte, sicuramente sarà sabato (sempre notte, ormai posso solo dedicare un po' d'attenzione al blog nelle ore notturne sacrificando il riposo, ma, lo faccio volentieri).

    Grazie per la comprensione, ciao

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