Il termine inglese “Golden Share” tradotto in italiano indica “Azione Dorata”, cioè, la possibilità di uno Stato, durante o a seguito di un processo di privatizzazione (oppure vendita di parte del capitale detenuto) di un’azienda pubblica (es. Eni, Telecom Italia, Enel e Finmeccanica) di mantenere dei poteri speciali di “veto” nelle decisioni fondamentali dell’azienda stessa di cui detiene la “Golden Share”, indipendentemente dal numero di azioni possedute; detto potere viene esercitato dal Governo.
Ma che scopo dovrebbe avere la Golden Share?
Lo scopo fondamentale dovrebbe (uso il condizionale) tutelare l’interesse della collettività nella società stessa vista la capacità strategica che questa detiene nel settore in cui opera, queste società vengono comunemente chiamate “public utilities”.
Cosa significa Utilità Pubblica?
Un servizio di pubblica utilità è legato all’attività finale dell’azienda che utilizza un appalto pubblico (a volte anche la semplice infrastruttura) per i fondamentali diritti dei cittadini (ad esempio, l'istruzione, la sanità, le ferrovie, i tabacchi o le poste), onde evitare il formarsi di monopolio oppure oligopoli che possano agire in assenza di libera concorrenza e fissare il prezzo di vendita a propria descrizione senza che nessuno possa intervenire (ad esempio la tassa sui tabacchi).
Ma come funziona la Golden Share?
Lo Stato si limita a detenere un determinato numero di azioni (paradossalmente potrebbe essere anche solo una, oppure, solo di tipo simbolico); attraverso queste azioni può modificare le scelte strategiche aziendali anche dopo il processo di privatizzazione, nonché la capacità di poter nominare un proprio membro nel consiglio di amministrazione che gode di poteri più ampi rispetto agli altri membri, ma, solo nell’azienda in privatizzazione (o già privatizzata), per le aziende controllate e/o collegate questo potere non può essere applicato (banale esempio: lo stato privatizza l’azienda A che controlla l’azienda X ed è collegata all’azienda Y; la Golden Share “funziona” solo per l’azienda A, per le altre due il potere di veto non può essere applicato).
E…un facile esempio per capire meglio?
Lo Stato vende il 99% delle azioni di una S.p.A. di sua proprietà che coltiva, inscatola e commercializza spinaci ai Sigg. Braccio di Ferro, Bruto, Pisellino e Poldo in quote percentuale (ok! non centra niente con l’argomento trattato sopra, cerco solo di rendere l’esempio meno noioso…), e ne mantiene una minima parte per poter esercitare il diritto di Golden Share.
La nuova composizione del capitale della Spinaci S.p.A. diviene così:
- Braccio di Ferro – 60% quote capitale
- Bruto – 15% ...
- Pisellino – 14% ...
- Poldo – 10% ...
- Stato – 1% ...
Per il basilare principio delle società per azioni, ogni possessore “pesa” in potere decisionale nell’assemblea in base alle quote di capitale che possiede (quindi, in percentuale, in base al numero di azioni in suo possesso); nell’esempio sopra, viene evidenziata la capacità di Braccio di Ferro di poter “governare” la Spinaci S.p.A. da solo (perché detiene la maggioranza dell’azienda, quindi, superiore al 50%+1 per poterlo fare), però, proprio per la Golden Share, lo Stato può porre il veto a certe decisioni anche se possiede solo l’1%…
Quindi, se Braccio di Ferro vuole Olivia come Responsabile Marketing della Spinaci S.p.A., e lo Stato vuole, invece, Nonna Abelarda, grazie alla Golden Share il nuovo Market Manager diventa la Nonna…in barba al 60% del capitale detenuto dal consumatore di spinaci per eccellenza…
Spero di essermi spiegato in maniera comprensibile, eventualmente, su dubbi o domande potete lasciare un commento e vedrò di rispondere il più presto possibile.
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Se non fosse stato per l'esempio, non ci avrei capito niente (e non per colpa tua, sono io l'ignorante).
Grazie
@ coscienza critica - no, non sei ignorante, sei meno informato di me sull'argomento, ed è umanamente normale che si ignori qualcosa su di un determinato argomento, tu sai cose che io non so, quindi, per lo stesso principio sono io l'ignorante.
Ad ogni modo l'esempio fatto non è del tutto azzeccato al 100%, perché andrebbe distinto il potere tra assemblea soci e consiglio di amministrazione (e la golden share si applica ai soci, anche se, il possessore di tale diritto può ottenere un posto in consiglio con ampi poteri, quindi, cambia di poco il risultato finale).
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è l'unico metodo che esiste per detenere aziende strategiche nello stato sembra illiberale ma sai alcune settori come elletricità telecomincazione difesa (industria bellica) devono restare nello stato per oermetterne la difesa anche commericale dato che oggile guerre sembra siano commericiali ops weeeeeee ciao tass
posso fare una domanda, forse stupida... ma la golden share trova applicazone solo per le s.p.a o anke per le srl?