Nel post sullo studio del Censis di ieri (qui), avevo parlato di un esempio, frutto di fantasia, nulla a che fare con realtà aziendali esistenti, ed ecco come ho pensato di renderlo verosimile all’attuale : un piccolo imprenditore con 5 operai produce beni non di prima necessità; ha un fatturato di 400.000€ l’anno, con un margine di 120.000€ (il resto serve per pagare dipendenti, fornitori, debiti e fare investimenti per far crescere la sua azienda e assumere altri 5 dipendenti, secondo le sue aspettative!), come affronta la crisi?
Detto fatto, l’imprenditore, come prima soluzione “tenta” di mantenere i nervi saldi, non fa praticamente nulla confidando nella ripresa dei mercati ascoltando le parole di politici ed economisti sull’imminente fine della crisi (primo grosso errore, non fare nulla!, secondo, credere a tutto quello che dicono “gli esperti!”).
Quando inizia a vedere gli ordini scendere (ed è già troppo tardi…chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati non serve a molto!), comincia ad allungare i pagamenti ai fornitori e vede prospettarsi all’orizzonte la cassa integrazione per almeno 2 dipendenti (che passano da stipendio “pieno” a poco più di 800€ …con famiglia sulle spalle magari!).
A questo punto, comincia a rivedere il piano dei suoi investimenti nell’azienda (deve ancora pagare un paio di leasing e mutui, quindi, non può permettersi di indebitarsi ulteriormente), decide di aspettare la “sbandierata” ripresa, e poi, se tutto inizia a girare come prima potrà acquistare quelle macchine indispensabili e assumere quei 5 ragazzi che servono ad ingrandire il giro d’affari! (ma, intanto può solo aspettare…c’è tempo, e, soprattutto, non ci sono soldi per farlo ora!).
Nel frattempo, un altro dipendente viene messo in cassa integrazione, e comincia a frugare nelle tasche in cerca di qualche spicciolo per pagare i fornitori; il dipendente rimasto dei 5 iniziali (chissà per quanto ancora potrà permetterselo a libro paga!) e spese varie (i risparmi che avrebbe utilizzato per consumi vari, giocare in borsa…magari guadagnando qualcosa, prendere qualche fondo o BOT e mandare in vacanza al mare la moglie e i figli per starsene un po’ solo senza nessuno che gli stressi l’anima: «quest’anno, moglie e figli cari, invece che un mese di sole a Rimini, al massimo una o due settimane in Croazia…costa meno, …non ci sono abbastanza soldi per fare come gli anni precedenti!»).Essendo un membro della borghesia media, si era ripromesso di cambiare anche la BMW (o Mercedes, Audi, ecc.) che ormai ha 4 anni ed è vecchia!!! …pazienza, non ci sono i soldi e quindi meglio aspettare l’anno prossimo (se ci saranno dei soldi in conto corrente o qualcuno concede ancora leasing!), dopotutto l’auto serve come rappresentanza, presentarsi con il modello “vecchio” non fa una buona impressione sui clienti…e il furgoncino può fare ancora 50.000 Km senza problemi, quindi può aspettare in attesa di tempi migliori!!!
Potrei continuare ancora con l’esempio (parlando anche dei dipendenti a casa a rigirarsi i pollici perché non si trova da battere chiodo in giro), o di altri problemi del “nostro” caro imprenditore, come la pubblicità ridotta al minimo o eliminata del tutto, del contenimento dei costi aziendali, vedi luce, gas, telefono ecc., delle raccomandazioni alla moglie quando va a fare la spesa o comperare vestiti, scarpe e accessori vari, ma, penso di aver reso l’idea della reale situazione italiana (e il resto dei paesi “civilizzati” non è diversa), di come sia tutto collegato e dipendente, e ora, la catena si è spezzata e chi prima o chi poi, tutti ne risentiremo, il meccanismo è innescato, l’effetto domino è iniziato (o effetto cascata nella “filiera” dei fornitori, dipendenti, clienti e tutto quanto può, o non può essere collegato alla sua attività), e, per quanto la politica e/o finanza si sforzi di porre rimedio, non ci sono soluzioni!!! (ingrandite l’esempio dal singolo imprenditore a un’altra azienda, una città, nazione, un continente, il mondo intero) …o meglio, ci sono solo 4 soluzioni (tre possibili, la quarta non la considero minimamente, troppo drastica):
- abbassare le tasse e cercare il rilancio economico;
- cambiare totalmente la politica e la finanza mondiale, eliminando tutti i giochetti come derivati, futures, effetto leva (leverage certificates o investment certificates), covered warrant “Plain Vanilla o strutturati o esotici”, ecc. (tutti investimenti che creano soldi dal nulla e prendono i soldi reali di quelli che si fanno abbagliare dal guadagno facile!);
- prendere coscienza del cambiamento dell’economia da 1.0 a 2.1 con i vantaggi e i problemi che ne possono derivare: i cambiamenti radicali, storicamente, hanno fatto vittime (in termini economici in questo caso).
La crisi reale deve ancora iniziare, e chi parla di “il peggio è passato”, lo fa solo per dovere di posizione politico/finanziaria (spero sia realmente così!), altrimenti, che Dio ci salvi da queste persone che controllano la nostra vita ogni giorno e non sono nemmeno in grado di vedere oltre il loro naso…mi vengono i brividi solo a scriverlo!!!
I sub-prime, sono stati uno tsunami che ha colpito con effetto devastante tutti, nessuno escluso, ma, come possono pensare di avere la soluzione proprio coloro che sono i creatori della crisi stessa! …di ricominciare con altri loschi giochetti! (vedi attuale futures sul prezzo del petrolio o materie prime), …sistemare tutto cercando di arricchirsi ancora sulle spalle della povera gente! fare finta che non sia successo nulla e fare aumentare le tasse dai loro amichetti politici!
Lo scenario di oggi è paragonabile a una marea lenta e costante che cerca di far sparire tutte le “porcherie” che finanza e politica hanno costruito nell’ultimo ventennio (e forse più), ma, inevitabilmente seppellirà molti incolpevoli, che questa crisi possono solo subirla!!!
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Ciao Carlo,
la seconda vergogna più grande in questa crisi economica è che nessuno ci dice di chi è la colpa, la prima è che nessuno sembra volerlo sapere.
buona giornata
Mimmo
@ Mimmo - ciao, purtroppo politica e finanza vanno a braccetto da troppo tempo...sono tutti colpevoli dello "scempio" economico che sta' devastando i popoli di tutto il mondo! ...non a caso il mio motto è «schiavi moderni», e se ci pensi, vedrai che la differenza tra uno schiavo di 1.000 anni fa e un operaio attuale è pochissima! ...appena quella che ci lasciano per farci credere di essere liberi! (purtroppo a livello mondiale).
Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo (J.W. Goethe)
buona giornata..