Foto del Ministro dell'economia Giulio Tre-monti.
Qualche giorno fa, il Ministro dell'economia Giulio Tremonti ha portato alla Commissione Europea di Bruxelles la bozza dell'aggiornamento del Programma di stabilità italiano. I dati fondamentali contenuti nella bozza parlano di una riduzione del PIL dell'1,7% (nel 2008 è stata pari allo 0,6%) e che una minore crescita economica è attesa per gli anni seguenti (io la chiamo economia 2.0, di cui scriverò prossimamente).
La notizia, è passata inosservata dai vari TG occupati a fare il loro mestiere di incantatori di serpenti propinando servizi su altri argomenti di cui non torno a ribadire.
Il dato che ci "tocca" più da vicino riguarda la pressione fiscale: nel 2009 toccherà il livello record dell'anno 2007 (quando imperava Mortadella II°) e si attesterà al 43,3% (nel 2008 era il 43%), quindi, un aumento dello 0,3% (certo ben lontano dal 43,7% del 1997 sempre del governo mortadella I°).
Ma, cos'è la pressione fiscale? La pressione fiscale è il rapporto tra le entrate tributarie e il PIL al netto delle imposte in conto capitale.
Ma cos'è il PIL? Il PIL (acronimo di Prodotto Interno Lordo) è il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all'interno di un Paese in un intervallo di tempo (che solitamente è un anno) destinati ad usi finali (consumi finali, esportazioni, investimenti); non viene quindi conteggiata la produzione destinata ai consumi intermedi (sono quei beni o servizi consumati o trasformati durante il processo produttivo come ad esempio le materie prime, l'energia elettrica oppure la farina per la pasta) che rappresentano il valore di beni e servizi consumati o trasformati nel processo produttivo per ottenere nuovi beni o servizi ad usi finali.
Cosa sono le imposte? Le imposte (da non confondere con l'IVA che colpisce solo l'incremento di valore di un bene o servizio e che ricade solo sul consumatore finale, solitamente il cittadino), sono l'espressione del potere d'imperio attribuito agli enti che operano i prelievi (alcuni "banali" esempi di imposta sono IRPEF, IRAP, IRES, imposta di registro, imposta di bollo, ecc.).
Dopo questa breve spiegazione, diventa determinante capire quale sarà l'effetto dell'aumento della pressione fiscale, che può essere tradotta ai minimi termini in rallentamento (frenata) dell'economia con particolare calo dei consumi (meglio conosciuta come stretta fiscale).
Ma perchè si aumenta la pressione fiscale in un momento così grave per l'economia mondiale? Il motivo principale è per ragioni politiche o di bilancio per risanare i conti pubblici (il debito pubblico stimato nel triennio 2009-2012 salirà al 111% con un picco nel 2010 del 112,5%, per ridursi nel 2013 al 101,5%), per dovere di cronaca, nel 2008 era del 105,9%.
Non aggiungo nessun commento finale, lascio a voi trarre le dovute conclusioni e l'interpretazione dei dati summenzionati ricordando, però, che 1+1 fa sempre 2 e non un numero a piacere come qualcuno vuol far credere......ed alcuni giorni fa ho parlato in altra occasione di pressione fiscale.
Fonti d'ispirazione/consultazione per l'articolo: Repubblica, Wikipedia, Businessonline, Milanofinanza, ANSA.it, Il Sole 24 ORE.
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